10.09.2019 – LA DIDATTICA DEL CANTO: UN APPELLO A CUI MOLTI RISPONDONO SENZA ESSERE CHIAMATI.
A cura di Valeria Burzi, cantante, insegnante di canto e compositrice. www.valeriaburzi.com
Provate a immaginare cosa accadrebbe se subiste un grave danno alle corde vocali, un danno che vi impedisse di fare un’azione indispensabile nella vostra vita quotidiana: comunicare, parlare, conversare in disimpegno con gli amici. Magari non per sempre, solo per un determinato periodo: niente più telefonate, immense difficoltà ad esprimere la vostra opinione, silenzio assoluto, sempre costretti a stare zitti.
Perdonate questo incipit-anatema, ma trovo sia efficace per introdurre l’argomento. Il settore delle terapie olistiche, e gli insegnanti di canto improvvisati.
Nel nostro Paese non esiste purtroppo alcun albo, o registro degli insegnanti di canto accreditati. Eppure, l’insegnante di canto ha una doppia responsabilità rispetto agli insegnanti di altri strumenti: lavora su un vostro preziosissimo organo interno e deve averne moltissima cura, e per averne moltissima cura deve conoscerne il funzionamento e la meccanica alla perfezione, al punto da percepire all’istante se un affaticamento vocale è passeggero, o se è meglio inviare l’allievo da uno specialista per un controllo.
In breve, quali sono le basi della didattica del canto? Un’ottima preparazione musicale e ,appunto, la conoscenza approfondita della meccanica dell’apparato fonatorio. Seguono tanta esperienza, amore per l’insegnamento di questo strumento meraviglioso, ma tanto, tanto complesso, e, ultimo ma non meno importante, vietato insegnare canto solo per arrivare con meno affanno a fine mese se l’attività concertistica scarseggia: fidatevi, gli allievi se ne accorgono e sentono che in realtà voi non state realmente lavorando per il loro successo.
Tuttavia, come se non bastasse tutto questo a rendere il contesto impervio e precario, mi sento in dovere di informare a proposito di un’altra recente insidia nel settore: gli insegnanti improvvisati che speculano sul settore delle terapie olistiche.
Si precisa che gli operatori olistici seri e preparati, così come i naturopati, studiano tantissimo, devono superare molti esami, tenersi continuamente aggiornati. Esistono Associazioni di categoria dove è possibile controllare se l’operatore è accreditato o meno, e in alcuni Paesi Europei queste figure professionali della medicina alternativa sono ufficialmente riconosciute.
Come nasce dunque il connubio canto-olistica? Semplice, tra i primi insegnamenti dell’arte del canto vi è la respirazione, il rilassamento dei muscoli preposti alla fonazione, la postura.
Da sottolineare che l’avvento dei Talent Show canori ha contribuito a generare confusione stravolgendo completamente l’idea e l’immagine che il pubblico del mainstream ha del cantante professionista, mettendo in ultimo piano, se non addirittura cancellando completamente, l’importanza dello studio, della tecnica, della versatilità, e della buona cura del proprio strumento. Anzi, possiamo dire con certezza che se negli anni 90 e nei primi anni 2000, finalmente la voce stava assurgendo al titolo di vero strumento musicale (Whitney Houston, Mariah Carey, Giorgia, Anastacia, per citare solo alcune delle grandi vocalist di quel periodo), negli ultimi 10 anni pare che il cantante stia retrocedendo al ruolo di “personaggio”, sul quale lo showbiz punta tutto per tentare di far risalire le gloriose sorti dell’ormai decaduto mercato discografico, indipendentemente dal talento e dalle reali doti artistiche del performer.
Ecco dunque il proliferare di innumerevoli metodi di insegnamento, ma anche di fantasiosi furbetti che si sono inventati svariate formule di seminari, stage, laboratori, work-shop, basati sull’assioma: impara a rilassarti come dico io e canterai da Dio! Wow!
Cito gli argomenti al centro di alcuni di questi miracolosi incontri realmente tenutisi: oli essenziali che sbloccano la voce facendovi raggiungere fino a 4 ottave di estensione ! Canto mantrico, canto tantrico, la voce curativa, il massaggio vocale …
Analizzando alcuni curricoli di questi nuovi guru del benessere vocale, ho raramente trovato traccia di preparazione didattica per la voce o di preparazione musicale. La situazione sarebbe anche divertente per certi aspetti, poiché rispecchia come noi Italiani siamo veramente Maestri nell’arte di arrangiarci in tempi di crisi, se non fosse che in seguito a tali incontri, alcuni partecipanti hanno ingenuamente ripetuto per un periodo alcuni “esercizi di liberazione della voce”, senza guida alcuna, sviluppando problemi e, in alcuni casi, patologie non trascurabili alle corde vocali.
Verissimo è che più il cantante è rilassato e a proprio agio sul palco, migliore sarà la sua performance, ma il rilassamento del cantante è preposto all’ esibizione, dunque è specifico e controllato, molto diverso da un rilassamento spirituale, certamente utile, ma che non può sostituire il rilassamento consapevole del cantante, e, soprattutto, non può sostituire il vero lavoro che necessariamente l’aspirante cantante deve fare con l’insegnante.
In conclusione (mi rivolgo agli studenti), se volete realmente che la vostra voce viaggi libera e vi permetta di esprimervi artisticamente, sia per passione, sia per professione, o per superare un provino, non potete prescindere dallo studiare con un insegnante che vi faccia lavorare nella maniera giusta, che abbia cura del vostro strumento, e che vi parli sinceramente.
Come riconoscere un buon insegnante a parte il curriculum? Dai risultati e dalla sincerità. Diffidate altresì da chi vi promette risultati certi in brevissimo tempo e a basso costo.
Se poi allo studio del canto vorrete abbinare qualche utile meditazione, o un buon massaggio rilassante, assolutamente sì, ma mi raccomando: da un operatore bravo ed accreditato !! Ooommm !
Valeria Burzi
Cantante, insegnante di canto, compositrice