18.05.2017 – Nuova Legge per lo Spettacolo dal vivo, dal nomignolo: CODICE DELLO SPETTACOLO.
Un emendamento pone in evidenza l’estrema difficoltà degli artisti per raggiungere i requisiti per la pensione.
Spulciando tra i numerosi emendamenti scaturiti a seguito delle documentazioni presentate dalle associazioni di categoria interessate al Disegno di Legge 2287bis in esame alla 7° Commissione del Senato, con soddisfazione ne abbiamo rilevato uno (il n. 199) che recepisce in toto la MEMORIA presentata da Sos Musicisti, argomento di cui abbiamo ampiamente trattato nell’articolo del 10 marzo scorso. Articolo che consigliamo vivamente di leggere al musicista che si pone solo ora alla lettura di queste tristi vicende … di cui, però, dovrebbe essere ben a conoscenza.
L’articolo, non a caso, recava il titolo INPS exENPALS? Così non va proprio ! Ed era (ed è) la sintesi di una pagina del Manifesto dei Musicisti assolutamente da non dimenticare.
La nostra Memoria metteva a nudo la principale criticità dei musicisti e cioè: l’estrema difficoltà di raggiungere i requisiti per ottenere la pensione. In altri termini, la totale incertezza su cosa accadrà a una certa età, quando il lavoro, già perennemente precario, nella maggior parte dei casi, mancherà del tutto.
Infatti – si evidenziava nell’articolo – a fronte della incredibile burocrazia per il versamento dei contributi stessi (causa principale del sommerso dilagante), anche ai musicisti è fatto obbligo di superare due ardue soglie di sbarramento, sia sulle annualità necessarie, sia sull’importo stesso della pensione. Soglie che se non superate si trasformeranno in mancato pensionamento, come in un drammatico gioco alla roulette.
Soglie introdotte dalle varie riforme sulla previdenza ampiamente descritte nell’articolo precedente.
Soglie evidentemente pensate per le ordinarie categorie di lavoratori e assolutamente non a misura di un settore fortemente atipico come è quello dei lavoratori dello spettacolo.
Per i dettagli sulle soglie di sbarramento, si vada all’articolo precedente o alla pagina specifica del Manifesto dei Musicisti.
A riprova di quanto queste “soglie” siano fortemente penalizzanti (in maniera particolare per musicisti) è notizia di questi giorni che nomi di spicco come, Franco Cerri, Enrico Intra, Peppino Gagliardi, Gian Pieretti e tanti altri, lamentano che, dopo aver perso il sussidio mensile di 650 euro che erogava loro la Siae – cessazione per motivi tecnico/legislativi che non stiamo a descrivere per ragioni di spazio – si sono ritrovati all’improvviso in serie difficoltà economiche.
Facciamo un piccolo ragionamento.
Se 650 euro di sussidio dalla Siae costituivano una indispensabile boccata d’ossigeno per personaggi di chiara fama che hanno fatto la storia del jazz italiano o del pop, è evidente che i soggetti in questione, nonostante il successo di un tempo, in tarda età hanno una pensione bassissima di exEnpals … o non ce l’hanno affatto! E, perdonate la ripetizione, stiamo parlando di grandi nomi del passato!
… Figuriamoci i piccoli, gli sconosciuti, … potremmo dire: i musicisti di serie B e C; quelli costretti a suonare nei dancing “a nero” per contrastare la concorrenza sleale causata da leggi scellerate come il cd. “comma 188” o semplicemente pagati a nero dai gestori stessi perché i soldi in cassa sono pochi … e quindi: “o ti mangi questa minestra o di là c’è la finestra”!
Altro che il sussidio della Siae, … se in vecchiaia non avranno un congiunto che li sostenga, che fine faranno i musicisti, spesso con tanto di diploma in tasca? … Sotto i ponti con un cartone sotto e uno sopra? … O ancora peggio?
Spiace dirlo, ma è notizia di questi giorni che un noto chitarrista, che in passato aveva suonato con Vasco Rossi e con gli Stadio, si è tolto la vita. Pare per motivi economici. … C’è da crederci, la depressione degli artisti verso i 60 anni, quando si perde “il giro” e il reddito cola a picco può portare anche a questo!
Non a caso, il recente sondaggio VITA da ARTISTI promosso da CGIL/SLC, insieme alla Fondazione Giuseppe Di Vittorio ha evidenziato che gran parte dei lavoratori dello spettacolo vive al di sotto di quella che viene definita “soglia di povertà”.
E non è un caso che proprio quelli che hanno risposto meno di tutti al questionario (che pure era anonimo) siano stati proprio i musicisti. Segno evidente che hanno perso ogni fiducia nell’Inps e nello Stato!
Per inciso e a onor del vero, si salvano da questa situazione catastrofica solo quei musicisti che hanno avuto (o hanno) l’accortezza di provvedere alla contribuzione previdenziale unendosi in cooperative. … Spesso, però, con tanti sacrifici.
Ma torniamo all’emendamento 199 della nuova legge in itinere alla 7° Commissione del Senato
L’emendamento, a firma della senatrice Alessia Petraglia e del senatore Pietro Bocchino, così si esprime:
Al comma 4, dopo la lettera m) inserire la seguente:
«m-bis) riforma del sistema previdenziale dei musicisti prevedendo la soppressione degli attuali requisiti e delle soglie di sbarramento, l’avvio di un percorso di riforma del rapporto con il settore amatoriale anche attraverso la modifica di quanto stabilito dal comma 188 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, nonché la revisione degli strumenti telematici attualmente utilizzati;».
Conseguentemente, dopo il comma 6 aggiungere il seguente:
«6-bis. Il decreto legislativo di attuazione della delega di cui al comma 4, lettera m-bis), è emanato solo successivamente alla data di entrata in vigore del provvedimento legislativo che stanzia le occorrenti risorse finanziarie».
Ebbene sì: è proprio la sintesi della nostra Memoria.
Però, attenzione, si tratta solo di un primo passo e non si sa ancora se avrà un seguito.
In ogni caso, è un bel segnale e siamo onorati di essere stati noi di SOS MUSICISTI ad aver gettato il sasso nello stagno.
Va aggiunto anche che è la prima volta che in questa legislatura (Letta nel 2013, poi Renzi e ora Gentiloni) che qualche parlamentare mette il dito in questa piaga.
Ai sen.ri Petraglia e Bocchino va quindi il nostro apprezzamento con l’invito a seguire la questione anche nei successivi passaggi, e anche in futuro se l’emendamento dovesse sfociare in un nulla di fatto.
Infatti:
L’emendamento, pur essendo fondamentale (a nostro avviso), è uno degli oltre cento che sono stati presentati a seguito di audizioni nei mesi di febbraio e marzo. Ce la farà la Commissione ad esaminarli uno ad uno entro fine maggio?
Al momento ci risulta che il DDL (Disegno di Legge Delega) è al vaglio della Commissione Bilancio per la disamina dei costi.
E sì, perché l’intero corpus della nuova legge (fatto salvo il comma 4 lettera m, al quale ci siamo “attaccati”) riguarderà interventi statali a sostegno dello spettacolo dal vivo. Quindi provvedimenti che avranno dei costi.
Da parte nostra, come Sos Musicisti, nella Memoria abbiamo abbondantemente dimostrato che la riforma del sistema previdenziale degli artisti non avrebbe costi. Il FPLS (l’ex Enpals) ha un attivo di oltre 4 miliardi di euro.
Il che vuol dire che la riforma della previdenza per lo spettacolo meriterebbe una corsia preferenziale.
Sarebbe la via più breve !?!
Ma tal caso la questione dovrebbe essere risolta non all’interno della Commissione Cultura, ma in quella del Lavoro.
Restiamo quindi coi piedi per terra.
In conclusione.
Considerato che siamo quasi a fine legislatura o che comunque si potrebbe avere un ennesimo rimpasto del governo da un momento all’altro, parrebbe che la Commissione (questa della Cultura al Senato) stia andando di tutta fretta per portare il DDL nell’aula del Senato entro i primi di giugno. Di qui, dopo l’approvazione (che pare sarà scontata) il DDL dovrà affrontare l’aula della Camera, ecc.
Insomma, l’ipotesi che la Riforma della Previdenza degli Artisti slitti alla prossima legislatura è molto verosimile.
Nel frattempo, come Sos Musicisti, dopo aver fatto il massimo che era nelle nostre possibilità, non possiamo fare altro che far pervenire di nuovo queste osservazioni al maggior numero possibile di parlamentari. A partire dai senatori che l’hanno firmata, alla sen.ce Rosa Maria Di Giorgi cui è stato affidato il DDL,
a tutti i 25 componenti della commissione e (mettendo le mani avanti) anche a qualsiasi deputato della Camera ci possa dare ascolto.
Infatti, alla Cameradei Deputati (si presume), dovranno occuparsene, a luglio.
Insomma, per male che vada, questo emendamento deve diventare una pietra miliare anche nel caso il tutto slitti alla prossima legislatura.
Che dire: per ora …
ALEA IACTA EST !