27.03.2025
a cura di Victor Solaris

Breve premessa per chi ancora non lo sapesse.
Cosa s’intende per Soundreef/Lea?
LEA, acronimo di Liberi Editori e Autori, per circa tre anni (2022/2024) è stata una associazione no-profit fondata da Soundreef (società antagonista della Siae, fondata da italiani, ma con sede in Inghilterra) per raccogliere i diritti d’autore in Italia, giacché fino al 2024, quantomeno nel live, la legge imponeva che tale raccolta era appannaggio di associazioni o società non a scopo di lucro.
Inoltre, vale anche la pena di informare che fino al 1° luglio 2022, Soundreef raccoglieva i propri diritti tramite la Siae, né più e né meno come le oltre 180 società di collecting europee ed extra europee convenzionate con essa.
Come dire che per i gestori non c’era nessun problema, né di natura economico, né di natura gestionale.
Purtroppo è accaduto che la Siae (parrebbe, unilateralmente) abbia cessato la convenzione con Soundreef, di qui la necessità da parte di quest’ultima di ricorrere ad una propria associazione no-profit, Lea, appunto.
Come dire, parafrasando la Genesi biblica, Lea è stata per tre anni circa, una “costola” di Soundreef.

Perché  ho scritto: “cos’era Lea” e non “cos’è”?
Perché dal 1° gennaio 2025 Lea è stata messa in liquidazione giacche un nuovo dispositivo legislativo consente a Soundreef (società di natura commerciale) di raccogliere i diritti d’aurore dei propri iscritti senza il ricorso ad associazioni no- profit.
Per inciso: è difficile da capire, ma la Siae, anche se si definisce “società” (termine in genere usato per le imprese commerciali) in realtà è una entità non a scopo di lucro. https://it.wikipedia.org/wiki/Societ%C3%A0_Italiana_degli_Autori_ed_Editori

Ma veniamo al dunque, cioè agli spiacevoli episodi che sono accaduti durante la breve vita di Lea.
È accaduto infatti che, Lea/Soundreef, essendo pressoché sconosciuta tra i gestori di piccoli pubblici esercizi (pub, ristoranti, ecc.) e non disponendo di agenzie territoriali, basandosi probabilmente su verifiche sui social, ha inviato un notevole numero di lettere informative dai toni piuttosto minacciosi ai gestori, i quali, ancorché occasionalmente, avevano fatto musica nel proprio locale. Nella lettera veniva spiegato che oltre alla licenza Siae dovevano dotarsi anche di una seconda licenza (quella di Lea) e pagare il dovuto nel caso che, nel corso della “serata”, fossero stati eseguiti brani i cui autori editori erano iscritti a Soundreef. Questo anche nel caso di co-autori e co-editori.

Perché i toni minacciosi?
Perché nelle lettere veniva ricordato che il mancato pagamento dei diritti d’autore è sanzionabile da 20.000 fino a 100.000 euro !?!
Di seguito, l’estratto da una lettera di Lea fatta recapitare al gestore di un piccolo ristorante (poco più di 50 posti) per aver autorizzato dei clienti a suonare loro stessi qualche canzone con strumenti propri. Un episodio del tutto occasionale.

“L’omessa ottemperanza all’obbligo predetto è altresì sanzionata, ai sensi dell’articolo 41 comma 2 del
medesimo Decreto, dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni con un’ammenda da 20.000 a 100.000 euro e, nei casi di plurime violazioni, con applicazione della sanzione più grave aumentata sino ad 1/3.
Inoltre, è allo stesso modo opportuno sottolineare come un ipotetico impiego del repertorio LEA, non preceduto da sottoscrizione di regolare licenza, costituisce una utilizzazione abusiva di opere tutelate dal diritto d’autore e, in quanto tale, un illecito rilevante dal punto di vista civile e penale.”

Questo è stato un caso eccezionale, ma lettere analoghe sono state recapitate a gestori di pub, jazz-club, ecc., di quelli che fanno musica magari una volta a settimana.

Ora, mettetevi nei panni di un gestore che si vede recapitare una lettera del genere, … la prima cosa che fa è quella di rivolgersi ai musicisti: “Ragazzi, io ho già pagato la Siae, che cosa è questa roba qua ?!?”
I musicisti, a volte cadono anche loro dalle nuvole, altre volte cercano di dare qualche spiegazione, ma non è facile.
Per inciso, a Sos Musicisti sono pervenute segnalazioni di gestori che, presi dallo sconforto, hanno smesso di fare musica (sic!).

A onor del vero, parrebbe che Soundreef, quantomeno per i piccoli locali, abbia introdotto un abbonamento annuale di poco più di 300 euro, e le tariffe ordinarie per concerti, matrimoni, ecc., sono un po’ inferiori a quelle della Siae.
Ma in ogni caso si tratta di un maggiore esborso da aggiungere alla Siae (già di per se piuttosto esosa) a cui bisogna aggiungere anche l’aspetto tecnico per la doppia licenza. Non ci vuole molto a capire che, da parte del un gestore di pub, il cui mestiere è vendere birra e panini, richiedere due licenze, ossia: mettersi al PC, dotarsi di doppio account e compilare doppia serie di moduli, spesso di difficile interpretazione, costituisce un aggravio gestionale di non poco conto.
Il disincentivo a fare musica è evidente e una cosa è certa, … questa storia rischia di dare il colpo di grazia a un settore, quello dei pub, jazz-club e simili, che già fanno fatica a pagare la Siae e a dare qualche magro compenso ai musicisti!
E sì, i musicisti sono l’ultimo anello della catena e i costi dei diritti d’autore finiscono per ricadere sulle loro spalle… con disdette o con ulteriori abbassamenti dei compensi, già di per sé ai minimi storici.

Anche se al momento non è dato sapere se Soundreef (senza Lea) stia continuando con le lettere dal tono minaccioso o se stia adottando tecniche tradizionali (agenti territoriali, ecc.), in ogni caso, quale presidente di SOS MUSICISTI, ho ritenuto di dover inviare di inviare a mezzo Pec, due e-mail informative, una al DIE (Dipartimento Informazione ed Editoria) e l’altra al MIC (Ministero della Cultura), giacché queste sono le due istituzioni governative che tra gli altri compiti hanno anche quello di vigilare sulla SIAE e quindi anche su Soundreef.

Sen. Alberto Barachini, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al DIE. Dipartimento Informazione ed Editoria.
Il Die, Unitamente al Ministero della Cultura, è l’ente governativo preposto alla vigilanza sulla Siae e, di conseguenza, si suppone anche su Soundreef.

On. Gianmarco Mazzi,
sottosegretario al Ministero della Cultura
con delega allo Spettacolo.
L’On. Mazzi è il rappresentante del governo che si sta occupando del CODICE DELLO SPETTACOLO. Particolarmente esperto del settore avendo esperienze di organizzazione di grandi aventi. 

Nelle e-mail ho concluso perorando che quantomeno si torni come prima, cioè, quando un’unica entità (ai tempi, la Siae) incassava anche per conto di Soundreef, senza aggravio di ulteriori spese e senza doppia licenza.
Mi propongo inoltre di scrivere lettere analoghe ai presidenti delle Commissioni Lavoro e Cultura di Camera e Senato.

Le e-mail sono visionabili a questi link.
DIEhttp://www.sosmusicisti.org/wp-content/uploads/2025/03/Lettera-al-DIE-sulla-doppia-licenza-SIAE-SOUNDREEF.pdf
MIChttp://www.sosmusicisti.org/wp-content/uploads/2025/03/Lettera-al-MIC-sulla-doppia-licenza-SIAE-SOUNDREEF.pdf

Sarete Informati anche tramite tramite Facebook

Per contare ai tavoli che contano occorre essere rappresentativi del maggior numero di musicisti e cantanti.
Aderite a SOS MUSICISTI, bastano due minuti per compilare il modulo on line.
https://www.sosmusicisti.org/adesioni/

Il nostro sodalizio non gode di alcun contributo, quindi l’acquisto della tessera (solo 15 euro) è l’unico mezzo di sostegno per proseguire con l’attività para-sindacale nei rapporti con le istituzioni.